“Basaglia e le metamorfosi della psichiatria” è un libro uscito quest’anno per l’editore Elèuthera. Abbiamo incontrato Piero Cipriano, autore del libro, durante una piacevole serata di presentazione, che tra musica e lettura si è realizzata proprio nella mia piccola Salerno. Dopo un interessante dibattito con il prof. Giso Amendola (docente di sociologia all’Università di Salerno) su temi cari al nostro blog come quelli delle comunità terapeutiche e del “manicomio farmacologico”, abbiamo rapito Cipriano per qualche minuto, sottraendolo alle intense musiche di Giorgia del Mese. Come al solito tre domande, senza troppi giri di parole, per entrare nel vivo delle contraddizioni della nostra società ma anche in quelle della fenomenologia italiana, che, come ci racconta il libro, è forse rimasta per troppo tempo legata ad un modello manicomiale da mettere in discussione, superare, distruggere. Un brevissimo estratto del libro per farvi entrare tra le sue pagine:
Allora come si esplicita il radicalismo fenomenologico, e in definitiva terapeutico, di Basaglia a Gorizia? Per cominciare attraverso la trasformazione dell’epoché husserliana in: mettere la malattia mentale tra parentesi. (…) L’epoché esercitata all’interno del manicomio significa quindi sospensione del manicomio stesso. Significa portare alle estreme conseguenze il metodo minkowskiano di farsi vuoto e non pieno del proprio sapere di fronte al malato.
In tempi come questi, in cui la paura della malattia mentale torna ad essere strumentalizzata da una politica poco accorta, che procede nel suo operare in un pericoloso clima di costante campagna elettorale, siamo contenti di poter dare spazio a temi importanti come quelli di questo libro.
Sono convinto che sul modo in cui la nostra società tratterà nei prossimi anni il tema della follia si giocherà la nostra capacità di rimanere umani in un mondo ormai sempre più disumano.
Ringrazio ancora Piero per l’intervista
Buona visione e buona lettura
Giuseppe Salerno