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Cosa significa essere umani?

Dall'istituzione al paesaggio

E’ un pomeriggio di metà settembre quando incontriamo, per la prima volta, il professor Morelli, proprio nella nostra Salerno. Fuori imperversa una tempesta (i nostri microfoni registrano il rombo di qualche tuono all’inizio del video). Un fulmine mette fuori uso la cabina telefonica che serve proprio la nostra zona. Per fortuna, però, per registrare questa preziosa intervista, non ci serve alcuna connessione. Possiamo concentrarci con calma sul discorso che Morelli disegna con sagge pennellate per i nostri ascoltatori, proprio come se avesse una tela davanti su cui dipingere.

C’è bisogno di attenzione per seguire tutte le pieghe del suo discorso e coglierne a pieno sfumature e rimandi. Quello che Morelli propone nell’intervista che potete qui ascoltare – e che si ritrova anche nel libro “Cosa significa essere umani?” scritto con Vittorio Gallese – è un pensiero complesso, che non si appiattisce su un riduzionismo neuroscientifico né su un mero nozionismo senza sfondo. Morelli ci propone qui innanzitutto la sua visione di istituzione intesa come un processo in continuo mutamento, che si trasforma insieme alla vita reale dell’essere umano. Siamo noi a far emerge le istituzioni così come sono. Esse rispecchiano quindi le nostre stesse caratteristiche. Una visione che finalmente non demonizza l’istituzione in quanto tale – come troppo spesso fanno certe culture new age – ma che ci invita a rimanere sempre vigili rispetto alle sue possibilità di cambiamento e di miglioramento.

Dall’istituzione passiamo poi a un discorso sull’evoluzionismo e sulla specie umana in generale. Quello che Morelli sottolinea in questo ambito è l’aspetto eusociale di homo sapiens sapiens. Sono le nostre capacità di comunicazione e di cooperazione che per Morelli ci distinguono dagli altri esseri vivente. Potremmo dire che il resto del vivente in qualche modo “riposa in sé stesso”, mentre l’essere umano ha bisogno di una relazione per divenire ciò che è: “per fare una mente ce ne vogliono due”, ci ricorda con le parole sue e di Gallese.

Infine, nell’ultima parte dell’intervista approdiamo al concetto di paesaggio, uno dei temi di ricerca del professor Morelli, a cui è dedicato anche l’ultimo capitolo di “Cosa significa essere umani?”. Il paesaggio è una dimensione prettamente umana che emerge dalla particolare capacità “poetica” (nel senso di creativa) dell’essere umano. Da questa capacità emerge una “empatia dello spazio” per cui una specifica porzione di ambiente, una certo muro, il profilo di una collina o uno specchio d’acqua, acquista un significato particolare in base alla prospettiva soggettiva che un singolo individuo ha su una specifica parte del proprio mondo.

Insomma, una intervista introduttiva ad un pensiero complesso. Da non perdere.

Buona visione

Giuseppe Salerno

Psicologo e psicoterapeuta ad orientamento fenomenologico, esperto in psicodiagnostica, diplomato in psicoterapia integrata a Napoli e in psicoterapia fenomenologico-dinamica a Firenze. Coordinatore della Cooperatariva Sociale Agape che si occupa di salute mentale a Salerno, ed editor in chief del blog psicologiafenomenologica.it. Socio fondatore della Associazione Italiana di Psicologia Fenomenologica. Attualmente lavora a Salerno come terapeuta individuale, di coppia e familiare.

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